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 giudizi sul sesto film!

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Jess Wolf
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MessaggioTitolo: giudizi sul sesto film!   giudizi sul sesto film! Icon_minitimeDom Ott 25, 2009 6:15 pm

Tempi oscuri minacciano il mondo dei maghi e quello dei babbani. Dopo il ritorno di Voldemort e la tragica morte di Sirius Black, Harry trova conforto, guida e consolazione nell'abbraccio di Silente, che lo conduce ad Hogwarts e lo invita alla condivisione dei suoi ricordi. Nel Pensatoio Albus filtra per Harry l'infanzia di Tom Ridlle in cerca di un indizio che possa aiutarli a distruggerlo per sempre. La chiave della loro indagine è però custodita e mai rivelata nella memoria di Horace Lumacorno, professore in pensione di Pozioni col vizio dello studente celebre. L'allettante possibilità di insegnare all'Eletto, lo conduce di nuovo in cattedra e lo persuade finalmente a rivelare il segreto dell'Oscuro Signore: l'anima di Voldemort, straziata in sette parti dall'orrore compiuto, è conservata e protetta in altrettanti oggetti attraverso un complicato incantesimo di magia nera avanzata. Silente e Potter lasciano Hogwarts alla ricerca del medaglione (uno degli Horcrux) che custodisce un frammento dello spirito scellerato del Serpeverde. Nei corridoi della scuola intanto un altro Eletto, Draco Malfoy, è determinato a lasciare un segno (oscuro) nella storia.
Soltanto un passo e un film diviso in due (Harry Potter e i doni della morte) separano il celebre mago di Privet Drive dall'epilogo e dal confronto finale con Colui che è ormai nominabile, Colui che era il più bello e potente degli angeli, appassionante variazione del mito di Lucifero, che ha ceduto al lato oscuro della forza e della magia per diventare Lord Voldemort, un cattivo senza riscatto. Assenza materializzata in un teschio colossale e spaventevole, il Signore dei Mangiamorte non è protagonista nella nuova avventura cinematografica di Harry Potter, al centro della "seconda volta" di David Yates ci sono due eroi, Potter e Silente, uno trionfante e uno soccombente. Albus Silente, il più grande mago dell'era moderna e preside di Hogwarts, riveste nell'episodio del principe mezzo sangue un ruolo genitoriale e di rilievo, è il suo abbraccio ad Harry ad aprire il film ed è il profilo insistito del suo corpo dipartito a chiuderlo. Grande Esorcista, Stregone Capo e Mago leggendario, Silente è idealmente prossimo al Gandalf del Signore degli Anelli e all'Obi-Wan Kenobi di Guerre stellari, è colui che riconosce nel piccolo Harry Potter il segno della forza e lo riscatta dalla sua condizione (per metà) babbana, è colui ancora che favorisce e sovrintende la sua formazione e inevitabilmente è colui che compirà il percorso sacrificale e verrà sostituito dall'allievo.
La struttura del racconto è (sempre) estremamente elementare: i cattivi di turno, i Mangiamorte, portano il caos nel regno degli uomini e in quello dei maghi, costringendo i prodi eroi a combattere di nuovo con tutte le loro forze e tutta la loro magia per riportare l'armonia e separare per sempre la luce dalle tenebre. Ma da copione e da romanzo, la pace, il benessere e la riconquista del paradiso sono rimandate alla prossima puntata, perché Silente “perderà” la bacchetta, indebolito dalla ricerca degli Horcrux, e soccomberà al maleficio di un ambiguo traditore. Con un mago senza magia, Hogwarts è senza un “re”, è luogo vulnerabile e per la prima volta espugnabile. Inizia allora da una perdita incolmabile e dalle torreggianti torri della scuola la ricerca di ciò che è perso e di ciò che deve essere distrutto, condotta da Harry e fedeli compagni fino ai limiti dei due mondi.
Se, possiamo scommetterci, Harry Potter e il principe mezzo sangue coglierà il bersaglio e renderà felici gli spettatori ansiosi di rileggere per immagini personaggi e avventure familiari, il sesto adattamento del fantasioso pastiche della Rowling non trova questa volta le felici invenzioni allestite nel precedente (Harry Potter e l'ordine della Fenice) e appare un riflesso impallidito dell'universo letterario di Potter. Un plauso va invece tributato ai tre protagonisti, Daniel Radcliffe, Rupert Grint e Emma Watson, competenti nell'esibire le loro identità mutate e affrancate dall'infanzia e dalla temperanza. Sorgente di fascinazione è pure la performance di Jim Broadbent, attore inglese, ironicamente felpato nell'abitare il film in cui vive e nel nobilitare la pusillanimità del professor Lumacorno. Bevete fortuna liquida e sollevate le bacchette, il male avanza e la magia continua.

Poco spettacolo e troppa adolescenza

Acclamato e beatificato a priori, il sesto capitolo della saga delude in pieno le aspettative sia per i lettori del romanzo sia per gli spettatori ignari della storia. Il film propone fin dall'inizio catastrofisimi a Londra; bellissima la sequenza dove la camera s'immedesima nei Mangiamorte che volano per le strade e i cunicoli della metropoli devastando ogni cosa. Il pubblico freme, si gasa e si compiace aspettandosi una pellicola densa d'azione e tensione, di orrore e fantasia. Tutta apparenza e inganno. Il tempo di arrivare ad Hogwarts e il film si cala in una favola adolescenziale pregna di amori e problemi di cuore. Il tenero (e impacciato) Potter che apre il suo cuore vero Ginny Weasley così come Ron che si lascia catturare da Lavender Brown, mandando su tutte le furie una timida innamorata Granger. Se il tutto fosse stato trattato con superficialità sarebbe stato utile per arricchire e ammorbidire i toni oscuri che avrebbe dovuto assumere la narrazione del film, invece è stato invertito il tutto. Yates provilegia l'umanità e i problemi che caratterizzano l'età adolescenziale a discapito di una storia ricca di colpi di scena e pregna di contenuti fondamentali. La storia, il flirt tra Ginny e Harry è indispensabile per varie questioni mentre quello di Ron con Lavender risulta essere di secondo livello, ma il caro Yates ha preferito privilegiare e fossilizzare l'attenzione sul secondo. Questo capitolo è più una trasposizione dell'umanità dei personaggi, dei sentimenti dei ragazzi 18enni facendo scadere il tutto in un prodotto commerciale adatto ad un pubblico di teenager. Certamente da apprezzare la fotografia e il gioco di luci in una sorta di noir fantastico, dove il bene e il male vengono contrapposti fondamentalmente dalla mancanza di colore e la presenza di una luce tetra e sfumata. Il cast come sempre risulta essere all'altezza e va sottolineata la performance di Jim Broadbent nei panni di uno schizzato Sloghorn. In sintesi un prodotto che perde la sua forza nel corso del film portando il pubblico alla noia e al disinteresse verso certe vicende fin troppo marcate, mancando di attenzione verso sequenze ben più importanti (come il funerale di Silente) e interessandosi fin troppo al "gossip" di corridoio. Scene banali vicine alla parodia che si mischiano ad una trama che non rispecchia assolutamente la bellezza del libro. Il consiglio che mi permetto di dare alla Warner Bros è quello di cambiare in tempo il caro Yates con il più talentuoso Mike Newell, regista di "Harry Potter e il Calice di Fuoco".


Troppi ormoni e poca Magia

Mercoledì siamo giunti al sesto capitolo cinematografico della saga di Harry Potter. Saga che sulla carta è formata da sette libri, al cinema da otto episodi, sintomo della sempre maggior commercialità del prodotto. Beatificato troppo presto e uscito troppo tardi, Harry Potter e il Principe Mezzosangue risulta un film parecchio deludente sotto parecchi aspetti. Troppi gli ormoni e poca la magia, quella vera, creata da una Rowling che ora sembra (delle due una) o svendere il proprio capolavoro letterario per lucrare sul suo patrimonio già miliardario, o incapace di contenere l’ondata di mediocrità che ammorba la serie cinematografica praticamente da dopo il primo film. Dimentico del proprio ruolo di regista, Yates come un bravo paparazzo allunga l’obiettivo sul gossip da corridoio arrivando a declassare l’importantissima storia tra Ginny e Harry (che fra parentesi si manifesta alla fine, e non dall’inizio) per far posto a quella assolutamente secondaria tra Ron e Lavanda Brown, della quale tra l’altro non spiega i presupposti. Dopo un inizio per due minuti davvero buono, per due ore il film procede tra le sfuriate di gelosia di Hermione e le storielle di Ron. Yates capovolge ogni regola: al rapporto che Silente e Harry instaurano, alle loro ricerche e scoperte, per quanto fondamentali per l’economia della vera storia, il regista dedica solo quei due minuti tra una cottarella e l’altra, costruendo in realtà uno delle più becere commediole adolescenziali degli ultimi anni. Solo il cielo si ricorda (come tra l’altro da Il prigioniero di Azkaban non ha mai mancato di fare) della situazione non propriamente rosea, scatenando per 150 minuti temporali, bufere e nevicate improbabili persino per il nord dell’Inghilterra. Insieme a lui, Tom Felton, che (unica nota di merito), dà vita nella versione cinematografica ad un Draco Malfoy molto profondo, in cui si vedono tutti i dubbi e i tormenti che la Rowling accennò soltanto per l’ovvia ragione di aver scelto un altro protagonista. A parte questo, la prima battaglia di Hogwarts, la morte di Silente… tutto questo si può sottacere, liquidando con poche e malfatte sequenze quella che in realtà è la svolta epocale di tutta la serie. Della crisi dei “Buoni”, del profondo vuoto e voglia di riscatto creata nel finale dal funerale di Silente (e forse in questo ha concorso il fatto di aver tagliato tutta la scena?) non resta che un pugno di battute pronunciate senza contesto e senza pathos. Nulla sarà più come prima, ma a nessuno sembra importare.


Solo una magia può evitare di rimaner delusi

Questo sesto episodio cinematografico della saga di Harry Potter è soltanto un antipasto - per la verità non molto gustoso - del settimo, film diviso in due parti per evitare che i fan sentano troppo presto la mancanza di una delle storie fantasy più riuscite del pianeta. Si tratta infatti di un film preparatorio, preludio allo scontro finale tra le forze del male, rappresentate da Lord Voldemort, e Harry Potter, il prescelto. Un'atmosfera oscura aleggia sul mondo della magia e nessuno dorme più tranquillo nel proprio letto con la consapevolezza dei pericoli ormai imminenti costituiti dal Signore Oscuro e i suoi seguaci. Quale luogo più sicuro di Hogwarts, che vanta come preside uno degli stregoni più potenti? Se prima si poteva parlare di "maghetto" ora il termire pare sicuramente poco adatto: il protagonista e i suoi amici, Hermione (Emma Watsons) e Ron (Rupert Grint), sono ormai cresciuti e quindi alle prese con i primi amori; elemento, questo, che nel film appare uno dei più importanti, considerata la necessità di smorzare i toni delle vicende oscure che accompagnano la visione di buona parte della pellicola. A smorzare i toni forse ci si riesce, ma non nel modo giusto: tale tentativo si risolve in scenette che rasentano il patetico, a partire dalla prima, inventata, della bella cameriera con cui Harry aveva fissato un appuntamento, a cui sarebbe andato se non fosse venuto il buon Silente a rompere le uova nel paniere. Questo difetto appare sicuramente secondario rispetto alla mancanza di omogeneità (riscontrato anche in alcuni dei precedenti episodi), che rende la storia quasi confusionaria per chi non ha avuto il piacere di leggere il libro. Il film è poco coinvolgente, manca di grinta, procede a fatica e in molti punti è addirittura noioso. A fare almeno in parte da contraltare a ciò, la prova globalmente buona del cast, a partire da Daniel Radcliffe (di cui comunque non ho mai apprezzato granché la recitazione) fino ad arrivare a Hero Fiennes-Tiffin, nei panni del piccolo Tom Riddle. Insomma, non un totale fallimento ma perlomeno una considerevole delusione, soprattutto per chi è un fan di questa saga.


la magia potteriana cala

il film è sostanzialmente buono: gli effetti speciali come al solito sono il cavallo di battaglia dell'intera pellicola ma al contrario dei primi film questo, come era successo già per il 5°, lascia un pò a bocca asciutta: la qualità recitativa di alcuni attori (vedi daniel radcliffe) è decisamente sotto tono, ottimo lavoro invece per draco malfoy che è stato in grado di dare un po' più di emozioni e buone le interpretazioni di albus silente e horace lumacorno. il film comunque sia sviluppa eccessivamente la tematica dell'amore adolescenziale che talvlta divena addirittura infantile! non mi riferisco all'atteggiamento della ragazza di ron che riesce benissimo nel modello d'amore "morboso e appiccicoso" che è venuto meravigliosamente fuori ma a quello di harry; si potrebbe pensare forse che si voleva esaltare l'imbarazzo giovanile dei due ragazzi ma a causa di lacune recitative pesanti da entrambi (harry e ginny) il tutto sembrava rozzo e infantile. quasi fastidioso. il film inoltre non presenta scene di forte esaltazione: i duelli finali sono stati eliminati e in generale quello che che occupava circa un terzo di libro nella pellicola non dura più di dieci minuti. in generale quindi è un film noioso e privo d'azione o comunque stupore o phatos. inoltre un fatto molto fastidioso è che quel maledetto castello camia dimensioni ogni anno! per quanto riguarda infatti l'adamento logico del film è tutto dato per scontato, collegamentiessenziali sono stati eliminati ed inseriti alcuni di cui si poteva benissimo fare a meno (vedi l'attacco alla tana). in questo caso, come gli attacchi all'inizo del film a londra sono punti che potevano creare grande effetto drammatico ma che essendo gestiti male non hanno avuto pressochè alcuna ripercussione nella vicenda. per non parlare della fine: la scena della caverna è ricostruita bene ma tutto ciò ce segue che era il top del film il combatimento tra mangiamorte e professori/alunni non c'è stato. la morte di silente è stato percepita con daniel radliffe come un piccolo intoppo dell'anno, nessun sentimento e nemmeno una lacrima! anche nella caverna infondo poteva si poteva creare più disperazione e menomale che l'attore di silente ha salvato qualcosina implorando la morte dopo avere bevuto il liquido, poteva usare gli stessi elementi drammatici del libro, dirgli che quello lo dissetava quella era la cura per le sue (di silente) sofferenze, harry invece zitto e mosca: un un aspetto positivo e che nn mi ha dato fastidio (almeno finchè non si esagerava) è stato l'interesse generale di silente er harry riguardo alla sua crescita: sottolinea infatti il fatto che silente sia prossimo alla morte (come si spiegherà nel 7 libro) e che quind veda e viva la vita in modo più pieno e malinconico; osservando ogni particolare e godendosi ogni attimo rimasto notando anche il più piccolo cambiamento. per concludere la colonna sonora sincermanete lasciava moolto a desiderare: in pratica si tratta di un collage di spezzoni dei primi film con quelli del quinto: il risultato da l'impressione che il compositore non abbia voluto "sbattersi" più di tanto.il doppiaggio italiano era decisamente sbagliato e talvolta nemmeno coerente: (vedi il "vomitare" di silente dopo la loro prima materializzazione). non è per niente accennata la vita scolastica fuori da pozioni e in generale il film come era stato preannunciato è davvero "droga sesso e rock'n roll". la posticipazione dell'uscita può quindi sembrare una mossa per salvare il film.
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MessaggioTitolo: Re: giudizi sul sesto film!   giudizi sul sesto film! Icon_minitimeLun Nov 02, 2009 12:37 am

che ne pensate??
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